La musica oltre i confini della guerra

E’ vero che la musica riesce ad oltrepassare i confini che tutte le guerre stanno costruendo. Non esiste alcun confine alla sonorità della musica ed ai versi poetici della canzone, sia essa italiana o straniera ben riesce ad affrontare ed a rispondere ad armi pari ai tanti proiettili che anche adesso stanno fuoriuscendo dalle armi in tante parti del mondo, dall’Iraq all’Afghanistan. Ho avuto modo, in questi ultimi giorni di visionare alcuni disegni fatti da bambini di 4 o 5 anni, in occasione di una manifestazione che li vedeva protagonisti, ed ho notato alcuni di questi disegni con la scritta pace e con dei paesaggi, vicini a quelli iracheni, dove non c’erano corpi a terra o distruzioni, ma soltanto arcobaleni e da alcune armi fuoriuscivano dei fiori . E’ impensabile che un bimbo di quell’età possa seguire i vari telegiornali o sapere ciò che accade, ma trovo significativo la risposta alla presenza di armi con dei fiori. In questi giorni si sta parlando molto del commercio delle armi in America e della sua cultura, quasi sempre a favore della guerra e pronta ad un nuovo cambiamento politico. Niente di più sbagliato è definire l’America e gli americani un popolo di combattenti, vorrei ricordare anche il periodo più spaventoso dell’America, ovvero il Vietnam, guerra incomprensibile da ogni punto di vista e banco di rivolta per i tanti artisti americani, John Baetz in testa, che hanno voluto scrivere e cantare la propria rabbia contro uno dei mali più grandi della terra, la GUERRA. La storia ed il passato ritornano nel presente, con la guerra in Iraq ed Afghanistan. La morte, l’abbandono dei tanti nostri connazionali nei vari campi di battaglia, che senso ha ? La musica, che arriva anche nelle vari postazioni di combattimento, forse potrà essere un giorno veicolo di pace e di unione ed il volto di un soldato, potrà essere il simbolo della fine di ogni combattimento . Gianluca Morabito

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